domenica 23 novembre 2014

Wabi Sabi ovvero elogio della semplicità

Bastano due sole parole:

1° wabi cioè semplice, povero (la radice "wa" significa armonia)
2° sabi cioè consumato, deteriorato, invecchiato.

Insieme queste due magiche parole per l'arredamento rappresentano l’arte giapponese di trovare una bellezza nell’imperfezione, di saper cogliere il fascino che si nasconde in un oggetto vecchio o in una cosa antica, di rispettare il ciclo naturale di crescita, decadimento e fine.

In arredamento gli interni wabi-sabi sono caratterizzati dall’utilizzo di materiali naturali come il legno, che manifestano le patine e l’usura del tempo, e di oggetti che, magari invecchiati, screpolati, rotti, possono essere riparati; allora sarà bellissimo vedere crepe e fessure e tutti gli altri segni del tempo che l'uso lascia amorevolmente dietro.

La bellezza non dichiarata che attende pazientemente di essere scoperta.
Un apprezzamento attivo all'estetica della povertà.


   











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